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Anche nelle case di Pisa le lanterne verdi per esprimere vicinanza ai migranti bloccati alle porte d’Europa

Pisa, 5 gennaio 2021 – Una lanterna verde in ogni parrocchia, circolo, sede di associazione e nelle case di chiunque voglia esprimere vicinanza ai migranti bloccati al freddo e al gelo al confine fra Bielorussia e Polonia e anche sostegno «ai cittadini che abitano lungo quei confini e che hanno scelto di percorrere una strada diametralmente opposta a quella portata avanti dall’Ue e dalla quasi totalità dei Paesi dell’Unione accendendo una luce verde nelle loro case per segnalare ai migranti che lì dalla sera in poi sarà possibile trovare un aiuto d’emergenza». E’ la proposta lanciata stamani (mercoledì 5 gennaio) dal Coordinamento pisano per la Rotta Balcanica, un cartello di 16 associazioni, organismi pastorali e realtà della società civile cittadina impegnati fin dal febbraio 2021 che condividono la finalità di tenere viva l’attenzione sui drammi che continuano a consumarsi lungo le direttrici migratorie percorse da persone in fuga da guerre e terrorismo e che non riescono ad entrare in Europa perché continuamente respinte ai confini. «Chiediamo di farlo non per sentirsi più buoni nel periodo delle festività natalizie, ma quale segno simbolico di un impegno e di un’attenzione lunga tutto l’anno» hanno spiegato nel corso del momento pubblico convocato di fronte alla centralissima Chiesa di San Michele in Borgo per lanciare l’iniziativa e a cui sono state mostrate anche alcune delle lanterne realizzate dai bambini del campo rom di Coltano.

Una delle tante messe in campo dal Coordinamento che già dai prossimi giorni comincerà anche a bussare alle porte dei consigli comunali per chiedere l’approvazione una mozione che impegni sindaci e giunte comunali «a intraprendere percorsi di conoscenza verso i Balcani ed in particolare ad avviare percorsi di cooperazione ed amicizia con le comunità locali della Bosnia Erzegovina al fine di accompagnare il processo di integrazione europeo» ma anche e soprattutto «a promuovere momenti di dialogo e scambio rivolti agli enti locali della Bosnia Erzegovina in particolare nell’ambito dei servizi sociali, educativi e culturali, ad attivare percorsi di formazione, educazione e sensibilizzazione rivolti a studenti, nuove generazioni e cittadinanza nel loro complesso, a considerare ogni opportuna iniziativa per l’aiuto ai profughi e richiedenti asilo favorendo vie di ingresso legali e sicure verso l’Europa e a supportare la ricerca di forme di aiuto e di eventuale accoglienza di profughi nel nostro territorio; a cercare collaborazione con altri enti locali impegnati nel sostegno alla medesima causa al fine di creare una rete attiva sui territori e a dare seguito a quanto disposto nel documento ed a trasmetterlo al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri e a quello degli Interni, ai gruppi parlamentari nonché al Presidente della Regione e del Consiglio Regionale».

«Abbiamo predisposto una bozza di testo – ha spiegato Paolo Martinelli in rappresentanza del Coordinamento- e da oggi inizieremo a proporlo a tutte le assemblee chiedendo anche il sostegno dell’Anci».

Il tutto non disgiunto dall’impegno solidale concreto: «L’inverno scorso abbiamo promosso raccolte fondi per sopperire ad alcune delle necessità più urgenti quali legna per il riscaldamento, vestiario e generi alimentari, tutti acquistati in loco per venire incontro alle necessità della popolazione locale e rendere la vicinanza ai migranti meno pesante, grazie anche alla presenza in loco degli operatori e dei volontari di Caritas e Ipsia (Ong delle Acli)   – ha aggiunto Rita Lucchi, anch’essa membro del Coordinamento – e adesso stiamo valutando di sostenere uno specifico progetto su cui concentrare le nostre future iniziative»

Aderiscono al coordinamento: Acli Sede Provinciale di Pisa aps, Acli Toscane aps, Agesci Pisa, Azione Cattolica di Pisa, Bhalobasa odv, Caritas Pisa, Centro Studi iCappuccini. Acli Persone Comunità, Circolo Arci Il Fortino aps, Coordinamento Provinciale Libera Pisa, L’informazione Giovane, Movimento dei Focolari, Movimento Politico per l’Unità, Ora Legale odv, Ordine Francescano Secolare – Pisa Santa Croce, Salus,  Unità Migranti e numerosi cittadini.

 

Di seguito il testo della mozione che sarà proposto ai consigli comunali.

 

 ROTTA BALCANICA – BOZZA MOZIONE

 Considerato che:

  • lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, in particolare in Bosnia è in atto un fenomeno di immigrazione verso l’Europa che coinvolge migliaia di persone tra cui famiglie con bambini;
  • i territori della Bosnia-Erzegovina tuttora risentono delle conseguenze della guerra combattuta nei primi anni ’90 e purtroppo permangono tensioni sociali tra i vari gruppi nazionali che si palesano anche in una forte frammentazione istituzionale e amministrativa con la presenza, all’interno di uno stesso stato, di due entità (Republicka Srpska e Federazione di Bosnia Erzegovina, suddivisa a sua volta in dieci cantoni);
  • i flussi migratori che dal 2015 hanno iniziato ad interessare questi territori hanno acuito le conflittualità e le povertà delle popolazioni residenti che percepiscono i migranti come un pericolo, situazione aggravata nell’ultimo anno dall’emergenza Covid;
  • i migranti sono in prevalenza afghani, siriani, iracheni, provenienti da paesi attraversati da gravi conflitti per i quali i governi europei non hanno fatto abbastanza nonostante il dovere morale prima ancora che legale di accogliere queste persone, di far valere le leggi che noi stessi europei abbiamo scritto nelle nostre Costituzioni democratiche per proteggere chi fugge da guerra, persecuzioni e trattamenti inumani;
  • vengono ancora segnalate le cosiddette “riammissioni senza formalità” strumento con cui i paesi europei sulla rotta balcanica, compresa purtroppo l’Italia, respingono i richiedenti asilo in deroga alle convenzioni internazionali ed alle stesse leggi europee in materia di diritto di asilo , facendo sì che da Trieste migranti che riescono ad arrivare vengono consegnati alla polizia slovena, poi a quella croata ed infine respinti in Bosnia, abbandonati in tendopoli fatiscenti tra le montagne e sotto la neve;
  • Caritas Italiana e IPSIA ACLI in collaborazione con altre realtà no profit presenti sul posto sono impegnate nel dare sostegno e aiuto ai migranti, anche grazie alla solidarietà mostrata da molte persone ed organizzazioni;
  • sia doveroso impegnarsi con forza vista la estrema drammaticità della situazione come sottolineato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “Abbiamo lavorato settant’anni per abbattere i muri che dividevano l’Europa: non lasciamo che rinascano, creando diffidenze e tensioni laddove, al contrario, servono coesione e fiducia” e ribadito da don Francesco Soddu, già direttore di Caritas Italiana “Non si può più aspettare, è assolutamente urgente fare ogni sforzo per garantire un’accoglienza dignitosa e sicura, rafforzare l’assistenza umanitaria a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia-Erzegovina”;

SI IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE

  • a intraprendere percorsi di conoscenza verso i Balcani ed in particolare ad avviare percorsi di cooperazione ed amicizia con le comunità locali della Bosnia Erzegovina al fine di accompagnare il processo di integrazione europeo;
  • a promuovere momenti di dialogo e scambio rivolti agli Enti locali della Bosnia Erzegovina in particolare nell’ambito dei servizi sociali, educativi e culturali;
  • ad attivare percorsi di formazione, educazione e sensibilizzazione rivolti a studenti, nuove generazioni e cittadinanza nel loro complesso;
  • a considerare ogni opportuna iniziativa per l’aiuto ai profughi/richiedenti asilo favorendo vie di ingresso legali e sicure verso l’Europa e a supportare la ricerca di forme di aiuto e di eventuale accoglienza di profughi nel nostro territorio;
  • a cercare collaborazione con altri enti locali impegnati nel sostegno alla medesima causa al fine di creare una rete attiva sui territori;
  • a dare seguito a quanto disposto nel documento ed a trasmetterlo al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Esteri e a quello degli Interni, ai gruppi parlamentari nonché al Presidente della Regione e del Consiglio Regionale.