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Monte Pisano, dal Comune 50mila euro per chi ha perso la casa. L’annuncio giovedì sera al concerto della Cappella della Cattedrale

Pisa, sabato 1 dicembre 2018 – Cinquanta mila euro dal comune per chi ha perso tutto, ossia per le sette famiglie che hanno visto completamente distrutta l’abitazione nel drammatico incendiodi fine settembre e per le altre cinque ca cui le fiamme l’hanno resa inagibile. «Siamo ancora in attesa di risposte, ma ad oggi, purtroppo, non vi è stata ancora alcuna forma di sostegno nei confronti di quelle famiglie che nel rogo hanno perso la casa e così, come amministrazione, abbiamo deciso di dare un segno di vicinanza concreta, ingente per le nostre casse, ma ben poca cosa per chi dovrà ricostruire la casa» ha annunciato il sindaco Massimiliano Ghimenti, giovedì sera nella Pieve di Calci, aprendo il concerto benefico della Cappella della Cattedrale di Pisa, diretta dal maestro Riccardo Donati, davanti ad oltre 120 persone. Ancora una volta, infatti, i calcesani hanno abbracciato il Monte ferito e chi, fra di loro, ha subito le conseguenze più pesanti del drammatico di rogo di due mesi fa.

Nel corso della serata sono stati raccolti quasi due mila euro, fondi che andranno ad alimentare ulteriormente la colletta straordinaria voluta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto lo scorso 7 ottobre e che ha coinvolto tutte le parrocchie della diocesi: «Siamo già arrivati ha più di 50mila euro» ha ricordato don Emanuele Morelli, direttore della Caritas diocesana, l’ufficio pastorale a cui è stata affidata la gestione dei fondi. Altre risorse che, quasi sicuramente, andranno ad aggiungersi a quelle del comune per sostenere le famiglie che hanno perso tutto: «La destinazione la definiremo con precisione in comunione l’amministrazione comunale – ha spiegato il parroco dell’unità pastorale della Valgraziosa monsignor Antonio Cecconi- ma se non dovessero esservi novità a breve, penso proprio che i fondi raccolti con la colletta andranno alle famiglie che hanno perso la casa nell’incendio, pur consapevoli che il nostro sarebbe, comunque, un piccolissimo contributo rispetto alla grandezza dei bisogni».

Nelle prime panche, ad ascoltare, anche Willy Schmitz e la moglie Satu Heinecke: vivevano ai Ronchi ma la loro casa è bruciata. «Adesso viviamo a Montemagno, ospiti di amici di questa meravigliosa comunità, ma a primavera vogliamo ricominciare a costruire: un paradiso come quello in cui vivevamo non si lascia facilmente, nemmeno dopo che è bruciato».