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La condizione giovanile in Bosnia Erzegovina. Il dossier di Caritas Italiana per comprendere meglio la visita di Papa Francesco

“Voi siete la prima generazione dei giovani del dopoguerra – ha detto il Papa – voi andate avanti, e non indietro nella distruzione, voi volete camminare insieme, come ha detto Nadezda, e questo è grande. Avete una vocazione grande: mai costruire muri, sempre ponti. Onestà mai ipocrisia. E questa è la gioia che trovo in voi”. Lo ha detto Papa Francesco parlando ai giovani di Sarajevo, ultimo appuntamento prima della partenza, preferendo rispondere a braccio alle domande spontanee dei ragazzi piuttosto che pronunciare il discorso preparato per l’occasione.

L’incontro con 4.500 giovani gioiosi e entusiasti, provenienti da tutta la Bosnia-Erzegovina e dai paesi vicini, si è svolto nel tardo pomeriggio al Centro diocesano giovanile “Giovanni Paolo II”, situato sulla via verso l’aeroporto. Giunto al complesso diocesano, Francesco ha lasciato la Papamobile per salire a bordo di un’auto elettrica che lo ha portato al secondo piano dell’ edificio, nella grande sala dove lo aspettava un caloroso bagno di folla. I 3.500 giovani davanti alla sala e i mille ragazzi che sono riusciti a entrare all’interno, hanno accolto il Pontefice con grida “Papa, mi te volimo” (Papa ti vogliamo bene) e con l’inno “Stopama mira” (Sulle orme della pace).

Alla condizione giovanile in  Bosnia Erzegovina è dedicato anche il dossier divulgato da Caritas Italiana proprio in occasione della visita di Papa Francesco.