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“E’ un pastorale giovanile credibile quella che diserta i temi del diritto al lavoro e alla casa?”. Le domande del cardinal Bassetti, presidente della Cei, al 40esimo convegno nazionale Caritas

Abano Terme, 17 aprile 2018-  ‘’Un cristiano non può rassegnarsi supinamente all’affermazione di una economia utilitarista e di una cultura dello scarto che esclude i giovani, gli anziani, i nascituri, i perseguitati e gli affamati”. Lo ha affermato oggi il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nel suo intervento al 40° Convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso dal 16 al 19 aprile ad Abano Terme (Padova). Oltre 600 i partecipanti, da 220 Caritas diocesane. Il cardinale Bassetti ha sottolineato l’importanza della “condivisione concreta della vita e dei beni” come caratteristica dell’esperienza cristiana. “I cristiani – ha affermato – sono coloro che gridano con la loro vita che è possibile vivere la fraternità, la gratuità, il dono, la giustizia, la pace. Non si tratta di utopia, di buonismo, ma di ciò di cui il mondo ha bisogno per uscire dal pauroso avvitamento su se stesso che lo sta conducendo ad offendere il creato, a strutturare il disordine come regola dei rapporti fra le nazioni, a lasciare indietro i deboli e i poveri all’interno delle società”. Perché, ha proseguito, “quando l’individualismo e l’avidità diventano l’ideologia dominante e sono posti a fondamento dello sviluppo economico e sociale, essi generano un sistema che esclude, marginalizza, depreda l’ambiente, genera tali diseguaglianze da rendere insostenibile la vita sociale”. “C’è una verità dell’uomo che va profeticamente testimoniata – ha chiarito -: l’uomo non trova realizzazione e felicità nell’assecondare l’avidità, i suoi interessi personali, e nell’individualismo; l’uomo trova la sua realizzazione e la sua felicità nella condivisione di vita, nell’accoglienza dell’altro, nella vita di relazione che implica necessariamente anche la rinuncia a qualcosa dell’io”.

Poi le domande: “la Chiesa percorre credibilmente i sentieri di morte che attraversano i giovani, quelli cioè che negano loro il lavoro, la casa, la speranza? È una pastorale giovanile credibile, una pastorale vocazionale autentica, quella che diserta i temi connessi al diritto al lavoro e alla casa?” si è chiesto il cardinal Bassetti, “Nella mia esperienza pastorale quotidiana registro la grande sofferenza prodotta nei giovani a causa dello spazio che è loro negato – ha osservato -: spazio nel tessuto lavorativo, per molti anche spazio abitativo (perché il prezzo delle case è irraggiungibile a chi non ha famiglie in grado di sostenere l’acquisto o l’affitto). Molti giovani soffrono per la mancanza di prospettive e sono resi drammaticamente fragili dall’assenza di speranza”. Secondo il presidente della Cei “non si tratta di promettere posti di lavoro in maniera ideologica. Si tratta di vivere concretamente le beatitudini, e dire ai giovani ‘Guarda che la tua sorte mi interessa, per quanto mi è possibile denuncio il male che ti è fatto e soprattutto: la tua lotta è la mia lotta, e la mia solidarietà, assieme a te, è capace di sviluppare dinamiche creative incredibili’”. “Questi giovani – ha scandito – hanno diritto di sapere, dalla Chiesa, che chi trasforma il loro posto di lavoro in una trincea quotidiana fa l’opera del demonio, non quella di Dio. Hanno anche diritto di sentirsi dire che non è vero che le cose vanno meglio se sono fondate sulla competizione sfrenata, ma che per far girare qualsiasi meccanismo occorre saper lavorare bene insieme ed essere contenti di lavorare insieme, e che la dignità della persona non dipende dai ruoli che si ricoprono, ma dalla capacità e dalla possibilità di svolgere un lavoro in maniera umana, dalla consapevolezza che quel lavoro serve alla società, è utile, ha senso. Senza questa credibile presenza solidale nella vita dei giovani è inutile, lasciatemelo dire con estrema franchezza, che come Chiesa ci domandiamo quale sia il loro ruolo”.

Conseguenza: tutela dell’ambiente, distribuzione equa delle risorse della terra, diritto alla salute, alla casa, al lavoro: sono le “vertiginose” sfide  che ci attendono secondo il cardinale. In Italia, ad esempio, “vi sono i valori, fondati sul rispetto della dignità della persona, che hanno permesso al nostro Paese di affrontare le crisi più difficili; essi sono, per di più, il cardine di una crescita economica – in un passato non così lontano – fra le più sorprendenti del mondo. Uno sviluppo tanto più solido e forte quanto più inclusivo e capace di esprimere la cultura solidale del nostro Paese”.  Il cardinale Bassetti ha fatto notare “che la scala globale indebolisce fortemente le strutture solidali. D’altra parte, è un inganno dire che queste strutture saranno salvaguardate isolando le nazioni le une dalle altre, difendendosi dagli altri, perché l’isolamento è impossibile, e perseguirlo è estremamente pericoloso dal punto di vista degli equilibri internazionali”. “Occorre mettere in moto la speranza – ha esortato Bassetti -: l’umanità nel suo insieme è capace di dare risposte coerenti alle sfide che la riguardano: il movimento ecologico ne è l’esempio più lampante e, nonostante le opposizioni, sta segnando importanti passi avanti. È stato chiarito il rapporto inestricabile fra equilibrio ecologico e distribuzione equa delle ricchezze della terra. Davvero o ci si salva tutti insieme o non si salva nessuno”. “Non facciamoci paralizzare dalla misura vertiginosa delle sfide – ha concluso -. E’ molto importante il lavoro che Papa Francesco ha iniziato con i movimenti popolari: terra, casa, lavoro. Sfide globali che troveranno la loro soluzione su scala globale. Ad esse va aggiunta, almeno, la sfida sul diritto umano alla salute, con la accresciuta capacità scientifica e tecnologica di intervento terapeutico, ma da costi che rischiano di mettere in crisi interi sistemi sanitari nazionali”.