Donne vittime di violenza, boom di richieste al Telefono Donna. E la metà è disoccupata o ha un lavoro precario

Pisa 24 novembre 2021 – La violenza, fisica o psicologica che sia, alimentata dal virus della povertà. Entrambe in crescita esponenziale dall’inizio della pandemia in poi. C’è anche questo nei numeri del Telefono Donna, la linea d’ascolto e accoglienza del centro antiviolenza pisano, relativi ai primi dieci mesi del 2021 e diffusi ieri dalla Casa della Donna.

Un allarme già lanciato nelle settimane scorse da Caritas Toscana a livello regionale e che, purtroppo, trova conferma anche nel territorio pisano.

Dal 1 gennaio al 31 ottobre 2021 il Telefono Donna (che risponde al numero 050 561628), ha ricevuto 1.211 telefonate, un numero più alto rispetto agli anni precedenti la pandemia ma in continuità con il 2020, anno record di chiamate (1.296). Da marzo 2020 ad oggi l’aumento delle chiamate è rimasto costante, sono circa 30 le donne che ogni mese chiamano il Telefono Donna per la prima volta. Nel corso del 2021 a chiamare il Telefono Donna sono state complessivamente 409 donne. Ben 314 hanno contattato il centro antiviolenza per la prima volta e, dopo il primo contatto, circa la metà delle donne (46%) ha iniziato il percorso di uscita dalla violenza.

La metà di esse sono madri, oltre il 75% è italiana e la maggioranza ha una relazione stabile. Inoltre ben il 49,2% è disoccupata o ha un lavoro precario“I dati relativi alla situazione lavorativa delle donne che subiscono violenza – osserva Francesca Pidone - sono sempre più drammatici, e  a questo si aggiunge l’aumento della violenza economica salita dal 17,1% del 2020 al 27,9% del 2021. Numeri che purtroppo con la pandemia ci aspettavamo perché, ad ogni crisi o emergenza, il prezzo più alto lo pagano le donne. In questo ultimo anno, infatti, tante donne hanno perso il lavoro e si trovano maggiormente in condizioni di sudditanza economica. Oltre alle disoccupate, aumentano anche le donne in emergenza abitativa. Con la pandemia le donne sono sempre più povere e la povertà rende ancora più difficile uscire dalla violenza. Ecco perché noi, come tanti altri centri antiviolenza, avevamo accolto con grande interesse la recente introduzione del cosiddetto ‘reddito di libertà’, salvo poi scoprire che ha un finanziamento così limitato che solo 625 donne in tutta Italia potranno usufruirne. Un numero ridicolo e una vergogna  soprattutto considerando quanto, invece, sarebbe importante offrire un sostegno economico alle donne che intraprendono percorsi di uscita dalla violenza e che vivono in situazioni di grande precarietà”.

Il comunicato della Casa della Donna