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15esimo Rapporto sulle Povertà Caritas Pisa, la proposta: don Morelli, ”un centro d’ascolto in ogni unità pastorale”

Pisa, 30 aprile 2021 – “E’ quanto mai opportuno rilanciare la proposta di costituire un Centro d’Ascolto almeno in ogni unità pastorale”. E’ una delle piste d’impegno che il direttore della Caritas diocesana di Pisa don Emanuele Morelli propone nelle conclusioni del 15esimo Rapporto sulle Povertà che costituiscono anche una carta d’impegni per il futuro della chiesa pisana: su fronte del sostegno all’occupazione e all’economia “abbiamo il dovere di far decollare definitivamente anche il “Credito di solidarietà” previsto nell’ambito del Fondo Vivere, l’iniziativa realizzata insieme alla Fondazione Pisa per sostenere le microimprese del territorio”, scrive il direttore. La nuova scommessa per creare “percorsi di riqualificazione e orientamento professionale rivolti ai soggetti più deboli attraverso l’economia circolare”, invece, passare dall’attivazione di “Nuova Mente”, “un sogno che culliamo da tempo e a cui è, forse, giunta l’ora di dare le gambe, dotando la diocesi di un magazzino e di un laboratorio per dare nuova vita a ciò che non usiamo più (dalla mobilia alle biciclette passando per gli elettrodomestici)”. Infine, l’attenzione al diritto all’abitare per tutti: “E’ nostra intenzione rafforzare e ampliare il lungimirante impegno di alcune parrocchie che hanno messo alcuni immobili a disposizione del progetto “Housing First” per persone senza dimora”.

“Se vogliamo combattere davvero la povertà dobbiamo avere il coraggio di passare da misure di carattere assistenziale a misure di tipo promozionale e generativo”. È questa la sfida da vincere per il welfare locale e nazionale messo a dura prova dalla pandemia secondo il direttore della Caritas don Emanuele Morelli: “Ne va anche della sostenibilità dell’attuale stato sociale: se i nuovi poveri generati dalla pandemia diventano assistiti che vanno a sommarsi a quelli che c’erano prima – spiega -i costi dell’assistenza rischiano davvero di diventare esorbitanti”. In tal senso un passaggio fondamentale è accorciare “la distanza fra i servizi sociali in generale e il segretariato sociale in particolare e le persone vulnerabili” continua il sacerdote. Al riguardo, per il direttore della Caritas è fondamentale “un mutamento nella percezione del proprio ruolo proprio da parte del segretariato sociale: un po’ meno “case manager” e un po’ più animatori della rete territoriale”.

Il testo integrale, la sintesi e le slide del 15esimo Rapporto sulle Povertà della Caritas di Pisa