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“Signore, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore”. La resistenza nella testimonianza e nelle parole del beato Teresio Olivelli

Pisa, mercoledi 25 aprile 2018 – Anche la Caritas diocesana si unisce alla proposta di don Antonio Cecconi. Nella festa del 25 aprile possiamo pregare e/o meditare con qusta preghiera di Teresio Olivelli, partigiano cattolico, morto nel campo di concentramento di Hersbruck, difensore dei suoi compagni di prigionia in favore dei quali rinunciava alle sue razioni di cibo e si interponeva alle violenze dei carcerieri.

Nel 1944 fonda il giornale “Il Ribelle” su cui scrive: “Siamo contro una cultura fratricida: la nostra rivolta non va contro questo o quell’uomo, è rivolta dello spirito. Lottiamo per una più vasta e fraterna solidarietà degli spiriti”

Di lui don Primo Mazzolari ha detto: “«Teresio Olivelli  è su questo piano di rivolta al male senza riserve, di offerta al bene senza limite. Per me è il tipo della nuova generazione cristiana, il quale, con una decisione semplice e incrollabile, si distacca e si oppone al fascismo, dopo averne sofferto, negli avvenimenti e negli uomini più che nell’ideologia, l’irrisolvibile antitesi tra esso e il cristianesimo (…). Basta un cristiano come Teresio Olivelli per giustificare nel mondo la presenza della Chiesa e l’insostituibilità della sua funzione di salvezza temporale ed eterna»
La Chiesa lo ha riconosciuto come martire e proclamato beato il 17 giugno 2017.

Nel 1944 scrive la preghiera “Signore facci liberi” più conosciuta come la preghiera dei “Ribelli per amore”

Signore, che fra gli uomini drizzasti
la Tua Croce
segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi
la rivolta dello spirito contro le perfidie
e gli interessi dominanti,
la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo
oneroso e crudele
che in noi e prima di noi ha calpestato Te
fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà,
facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito,
tendi la nostra volontà,
moltiplica le nostre forze,
vestici della Tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito,
perseguitato, crocifisso,
nell’ora delle tenebre
ci sostenti la Tua vittoria:
sii nell’indigenza viatico,
nel pericolo sostegno,
conforto nell’amarezza.
Quanto piú s’addensa
e incupisce l’avversario,
facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa’ che il nostro sangue
si unisca al Tuo innocente
e a quello dei nostri Morti
a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti:
“Io sono la resurrezione e la vita”
rendi nel dolore all’Italia
una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti:
veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi
e nelle catacombe della città,
dal fondo delle prigioni,
noi Ti preghiamo: sia in noi la pace
che Tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti,
Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi
ribelli per amore.